PET HOSPITALITY : PROFESSIONALITA’, NON SOLO PASSIONE

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E’ da poco finito il TTG, la più grande fiera del turismo in Italia e tra le tendenze più nuove  del settore c’è sicuramente quella relativa alla Pet Hospitality, cioè l’accoglienza dei pet e dei loro proprietari in hotel, relais chateaux, B&B, spiagge e così via.

Un paio di dati possono dare l’idea dell’importanza del fenomeno:

– il 42% delle famiglie che possiede un animale domestico lo porta in vacanza con se, cioè quasi un italiano su 5.(ricerca Doxa 2018)

– uno studio su 120mila strutture ricettive in Italia rileva che il 75% sono pet friendly (Travel appeal 2018)

Ma ne basta uno per mettere tutto in dubbio…!

– un italiano su due (il 48% del campione della ricerca) lamenta difficoltà a trovare hotel, ristoranti e stabilimenti balneari pet friendly.(Eurispes 2017)

 

DUBBI E DOMANDE

Nascono spontanee un po’ di domande: l’Italia è realmente un Paese pet friendly ?

La pet hospitality è diventata veramente una consuetudine?

Quanto è facile, viaggiando con il proprio pet (la grande maggioranza di cui, ad oggi, sono cani) trovare una struttura che non solo lo accetti ma fornisca anche una base di servizi?

 

MIGLIORAMENTI

Se pensiamo che sino a 5 anni fa’ viaggiare con il proprio cane era un vero incubo – non potevano entrare negli Autogrill, impossibile farli entrare in una spiaggia attrezzata e difficile anche in quelle libere, su 10 hotel che venivano contattati, forse uno era disponibile ad accettare un cane che fosse più grande di chihuahua – effettivamente ora il panorama è cambiato.

Di anno in anno spiagge, hotel, ristoranti che prima non ci prendevano neanche in considerazione, incominciano ad attrezzarsi, per virtù o per calcolo, in modo da accogliere noi e il nostro cane, offrendo anche una serie di servizi.

Il cambiamento ha alla base una differente percezione dei pet, sia a livello individuale che collettivo.

Il rapporto con loro, soprattutto con cani e gatti, sta subendo da qualche anno quello che gli inglesi chiamano processo di “parenthood”o, in italiano, “parentizzazione”.

Chiunque viva con animale può intuitivamente capire di cosa si tratta… non si parla più di proprietari ma ciascuno di noi si sente mamma e papà del nostro animale, la notte ci piace averli sul letto, adesi al corpo, mentre dormiamo e durante il giorno, mentre lavoriamo, sino a quando la nostra azienda non ci permetterà di portarli in ufficio, paghiamo una dog sitter che li porti a passeggiare e a giocare. E l’elenco è solo esemplificativo e non esaustivo..

Facendo oramai parte delle nostre famiglie, è normale che i cani vengano in vacanza con noi.

 

DOLOROSA CONSIDERAZIONE

Per correttezza è necessario fare una veloce ma dolorosa considerazione: purtroppo non per tutti è normale portare con se il proprio cane o trovargli un’adeguata sistemazione per l’estate. Per troppi ancora, pare essere “normale”, dopo averlo tenuto in casa tutto l’anno, averlo accudito, abbandonarlo, di nascosto, condannandolo ad una morte solitaria e tremenda.

In Italia vengono abbandonati solo nei 3 mesi estivi più di 20.000 cani al mese.

 

NESSUNO STANDARD

Ritorniamo al filo del discorso.

Finalmente, dicevamo, possiamo goderci le vacanze con il nostro compagno a 4 zampe in un gran numero di strutture, possiamo portarlo con noi in spiaggia, prendere un traghetto (anche se tocca dormire sul ponte perché in cabina è di solito vietato portarlo), andare insieme al ristorante e così via.

Ciò che ancora, spesso, è una sorpresa, ogni volta che si entra in una struttura “pet friendly”, è il trattamento che viene riservato al cane.

Si può (raramente)  trovare una camera attrezzata con cuccia, uno spazio esterno, ciotole lavabili, veterinario reperibile H24, dog sitter a richiesta, e persino una pappa pronta e di alta qualità (il nostro Food For Dogs) oppure (spesso) niente di tutto questo.

Anzi ci si trova a pagare solo per fare entrare il cane in camera, con la scusa che, dopo il suo soggiorno sia necessaria una pulizia particolarmente approfondita.

Il problema, infatti, è che non esistono ancora standard condivisi.

 

STANDARD AUSPICABILI

L’esperienza insegna che l’accoglienza migliore è quella che viene riservata negli hotel o nelle strutture ricettive dove i direttori o i proprietari, a loro volta, vivono con un cane.

In tal modo però si confonde la passione con la professionalità.

La pet hospitality dovrebbe infatti essere un servizio, a pagamento, come lo sono la colazione, la spa o le escursioni e così via.

Durante la vacanza o il weekend, qualunque sia l’aspettativa della coppia, della famiglia o del singolo viaggiatore – relax, visitare luoghi nuovi, fare attività sportive-  se porta con se il proprio cane è perché ha piacere nel condividere queste esperienze con lui, possibilmente senza complicazioni.

Dover preoccuparsi di fare i turni a cena o a colazione perché al cane è negato l’ingresso al ristorante, non poterlo portare negli spazi comuni dell’hotel (succede anche questo!), doversi organizzare per nutrirlo, non sapere dove portarlo a passeggiare, sono tutte preoccupazioni che portano via tempo e non rendono piacevole il soggiorno.

Viceversa bastano veramente pochi accorgimenti per fare sentire a proprio agio e gratificato un viaggiatore con il cane.

Magari leggendo questo articolo qualche struttura ricettiva deciderà di adottarli nella prossima stagione!

Il primo servizio che dovrebbe essere sempre proposto è un allestimento adeguato della camera:  cuccia, cuscino, ciotola. Per chi viaggia è una grande semplificazione nell’organizzazione del bagaglio.

Alcuni hotel riservano, dove è possibile, all’ospite con il cane una stanza più grande o con un giardino esterno o un terrazzo. E’ un riguardo che denota predisposizione all’accoglienza.

Consentire al cane, al guinzaglio, di accedere a tutti gli spazi comuni della struttura è altamente raccomandabile. Se il cane non può accedere al ristorante, per esempio, significa che a turno uno dei membri della famiglia o della coppia deve stare in camera con lui oppure che, ancora peggio, viene lasciato da solo. In un ambiente nuovo e sconosciuto la bestiola nella maggioranza dei casi verrà presa da ansia e incomincerà a piangere, disturbando tra l’altro i vicini, o gratterà la porta per uscire, provocando danni.

Adibire una zona del ristorante a chi arriva accompagnato dal proprio 4 zampe è una soluzione di solito accettata anche dagli altri ospiti.

Super apprezzato ed estremamente utile è far trovare in camera una guida con una serie di numeri ed informazioni utili : veterinario aperto H24, dog sitter raccomandata e convenzionata, ubicazione degli spazi recintati dove potere portare  il cane a giocare con i suoi simili, la presenza di Bau Beach o spiagge pet friendly.

In alcune località all’avanguardia dal punto di vista turistico, come Jesolo e Riccione, le strutture ricettive pet friendly si consorziano con lo scopo di offrire ancora maggiori servizi. A jesolo viene addirittura offerto il servizio di taxi gratuito per portare la famiglia e il proprio cane in spiaggia.

E per evitare che chi viaggia debba portarsi da casa la pappa o debba procacciarsela in loco, c’è il nostro doggy lunch box !

Un servizio che si trova direttamente in camera (ma anche al ristorante e in spiaggia)  e che consente di nutrire il cane con una pappa pronta, equilibrata, composta da carne da unica fonte proteica e verdure, senza cereali, conservata sottovuoto servita nella sua elegante scatola che diventa ciotola.

 

Questa è pet hospitality!
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